Noto come il FACEBOOK DI SICILIA, è un luogo dove tutti fanno amicizia senza limiti | Un like qui è una stretta di mano

Facebook - foto pexels - trs98.it
Apri Facebook e trovi il mondo di chi segui. Qui invece, trovi solo cose meravigliose e davvero si è ‘amici’ e non solo virtuali, anzi.
Se l’Italia è lo stivale, la Sicilia è quella parte del tacco che ha deciso di starsene un po’ più a sud, giusto per godersi un sole più generoso, un dialetto più melodico e una cucina che fa impallidire anche le cucine più blasonate del mondo. Non è solo un’isola. Infatti, è un continente a sé, con le sue regole, i suoi ritmi e la sua incrollabile convinzione che “con calma” non sia solo un modo di dire, ma un manifesto esistenziale.
Terra di contrasti, dove a pochi chilometri dai templi greci puoi imbatterti in mercati arabi, cattedrali normanne e barocchi che sembrano aver avuto un colpo di sole, la Sicilia è un luogo dove la storia ha lasciato così tante impronte da sembrare quasi invadente.
Qui i greci non sono un ricordo scolastico, ma una presenza quasi fisica. Dove ti giri, ti giri, senti nell’aria, nei nomi, nei sorrisi storti dei vecchietti che al bar discutono ancora di filosofi come se fossero i vicini di casa.
Dal cibo ai paesaggi
Il cibo, poi. Qui “mangiare” è riduttivo: si esperisce, si celebra, si subisce. Non esiste dieta che tenga di fronte a un’arancina (o arancino, a seconda di dove ti trovi: fai attenzione, la guerra è ancora aperta). E vuoi mettere un cannolo riempito al momento, con la scorza che fa “crack” sotto i denti e la ricotta che sa di paradiso, latte e zucchero?
Il paesaggio non è da meno. Dal mare che sembra photoshoppato alle colline che ondeggiano come in un quadro impressionista strafatto di granite al limone. E in mezzo, una sequela infinita di borghi, ciascuno con la sua anima, la sua piazza, il suo anziano seduto al sole che ti guarda come se sapesse già tutto di te. Ah la Sicilia, che amore!

Facebook di Sicilia, un libro a cielo aperto
E tra questi c’è Rometta. Un borgo che sembra messo lì apposta per chi ha voglia di smarrirsi, non solo tra le sue viuzze medievali, ma anche in un tempo che qui sembra essersi fermato con garbo. Arroccata sui monti Peloritani, a un tiro di schioppo (o di cannolo) da Messina, Rometta domina la valle e guarda il mare come un vecchio saggio che ne ha viste tante. Non a caso, nel Medioevo fu l’ultimo baluardo bizantino della Sicilia. Qui si parlava greco quando già il resto dell’isola si apriva ai nuovi conquistatori. La chiamano la Facebook di Sicilia proprio perché è considerata un libro a cielo aperto.
Passeggiando per il centro storico, tra archi in pietra, chiese antichissime e scorci che sembrano cartoline vintage, si respira un’aria autentica, lontana dai clamori e vicina al cuore. Da non perdere la Chiesa del Salvatore, le torri di guardia e, soprattutto, i tramonti: quando il sole cala, sembra che il cielo stesso voglia restare un po’ di più. E non lo biasimiamo affatto.