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La campagna anti alcool della Regione diventa un caso:i bicchieri sembrano delle tette

Ferrante (Pd): «Quell'immagine è sessista. Quanto ha pagato la Regione?»

«Esprimiamo sdegno per la campagna anti-alcol promossa dall’assessorato regionale alla Sanità della Regione siciliana, che riteniamo sessista e superficiale anche nel messaggio e ci associamo alle proteste delle associazioni, delle donne e dei medici siciliani».

Cosi Antonio Ferrante, candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico con la mozione Ricomincimo dalla Sicilia, ha commentato la campagna anti alcol promossa dall’assessorato alla salute siciliano attraverso il sito istituzionale “Costruire salute” raffigurante una donna con la didascalia “Quali sono le dosi giuste di alcol per la donna?”.

«Per rispetto delle donne siciliane – continua Ferrante – non riteniamo sufficiente la rimozione dell’immagine, che pure rappresenta una palese ammissione di colpa, ma vogliamo sapere dall’assessore Razza quanto abbiamo speso di tasca nostra per finanziarla. In un momento in cui, purtroppo, le donne sono ancora oggetto di violenza da parte degli uomini è intollerabile, da parte delle istituzioni regionali, una simile superficialità addirittura in una campagna di prevenzione sanitaria» 

«Qualche anima buona si deve essere incaricata di informare Ruggero Razza, che lui non dirige “Drive In”, bensì l’assessorato regionale alla Salute. Si spiega solo così il rapido ritiro del manifesto sul consumo dell’alcol da parte delle donne in cui appare una procace fanciulla che a tutto fa pensare tranne che alla scienza medica» ha poi precisato la segretaria della federazione palermitana di ArticoloUno, Mariella Maggio.

«Quel manifesto – prosegue – farebbe piangere se non fosse stato fatto da una istituzione pubblica. Avvilisce invece constatare che chi dovrebbe preoccuparsi della salute di tutti noi tradisce, avendo avallato una tale pubblicità, una mentalità sessista e una sconcertante mancanza di rispetto per le donne».

«L’assessore Razza – conclude Maggio – anziché sprecarlo, si preoccupi di investire il denaro pubblico in tutte le azioni necessarie per la prevenzione e la tutela della salute delle donne». 

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