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SCIACCA – Indagati nell’operazione antimafia: restano in silenzio i 4 indagati in carcere

Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, corruzione e illecita concorrenza aggravate dalla finalità di agevolare Cosa Nostra, scambio elettorale politico-mafioso e traffico illecito di rifiuti.

Hanno scelto la strada del silenzio e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere quattro indagati nell’ambito dell’operazione eseguita a Sciacca dalla Guardia di finanza di Agrigento e Palermo. L’interrogatorio di garanzia in carcere è stato fatto per Domenico Friscia di 61 anni, Domenico Maniscalco di 59 anni, Giuseppe Marciante di 36 anni e Michele Russo di 45 anni ai quali è stata contestata l’associazione per delinquere di stampo mafioso: “Per avere fatto parte dell’associazione Cosa Nostra, dunque avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e omertà che ne deriva, per commettere delitti e acquisire in modo diretto e indiretto la gestione o il controllo di attività economiche, di concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici”, scrive il gip.Cosa nostra aveva messo le mani su diversi appalti, perfino nella realizzazione dell’hub vaccinale di Sciacca, e le imprese di altre città non potevano fare lavori in territorio saccense se non prima della “messa a posto” tante volte attraverso l’imposizione di forniture di materie prime, attrezzature e mezzi. Ma la mafia avrebbe condizionato anche il voto in occasione delle ultime consultazioni elettorali. Sette gli ordini di custodia cautelare: 5 in carcere e 2 ai domiciliari. I finanzieri hanno dato esecuzione all’ordinanza del gip Fabio Pilato. Ai domiciliari, invece, l’ex responsabile della Protezione civile di Agrigento, Maurizio Costa, 64 anni di Favara, Rosario Catanzaro, 55 anni e Vittorio Di Natale, 49 anni, entrambi di Sciacca.

Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, corruzione e illecita concorrenza aggravate dalla finalità di agevolare Cosa Nostra, scambio elettorale politico-mafioso e traffico illecito di rifiuti. Nello specifico, tra il 2020 e il 2023, sarebbe stato riscontrato il condizionamento della realizzazione del depuratore, rifacimento della rete fognaria e dell’area portuale di Sciacca e dell’asilo comunale di Menfi. Le attività d’indagine avrebbero portato a galla anche il tentativo di influenzare le elezioni comunali di Sciacca del 2022.

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