Secondo le ricostruzioni di diversi quotidiani, basate sulle intercettazioni telefoniche sottratte ai familiari del capomafia siciliano, il bambino sarebbe nato nel 2004 o nel 2005 in Sicilia, tra i Comuni di Partanna, Castelvetrano e Campobello, nelle province di Trapani e Palermo.
Matteo Messina Denaro
Lorenzo Cimarosa al processo sulla latitanza del boss: se li denunciavo non avrei più lavorato
Sutera, il “professore” di Sambuca, secondo gli inquirenti era “un canale di collegamento” col superlatitante di Castelvetrano.
La fonte sarebbe la stessa che a gennaio parlò di un presunto progetto di attentato pianificato dal capomafia di Castelvetrano al procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato
Il cerchio si stringe intorno a lui, nella rete una trentina di insospettabili al suo servizio
Il capo della polizia: “Il boss sembra più interessato all’arricchimento personale che alla gestione di Cosa nostra. Abbiamo ampie risorse per catturarlo”
Il procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato, che coordina le indagini per la cattura del latitante Matteo Messina Denaro, sarebbe nel mirino del boss di Castelvetrano.
Aziende, immobili, terreni, motociclette e disponibilità finanziarie sono stati confiscati dalla Guardia di finanza di Palermo, su disposizione della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, a Leonardo Ferrante, 69 anni, di Trapani, arrestato nel giugno 2009 con l’accusa di estorsione e condannato nel 2010 a anni 5 di reclusione. Il patrimonio ha un valore di 8,2 milioni.
“Matteo Messina Denaro, se può mi dia una mano, il Signore la conservi a lungo e in salute e con amore. Con lei sempre”.
Beni per un valore di 38 milioni di euro, riconducibili al boss latitante Matteo Messina Denaro e alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, sono stati sequestrati dai Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani.
Lo racconta, nel numero in edicola domani, L’Espresso che pubblica per la prima volta anche le immagini della figlia del padrino di Cosa nostra e quelle di sua madre che è la compagna del boss.
Emergerebbero da un verbale con le dichiarazioni del pentito Brusca e da relazioni di servizio dei Carabinieri
L’aggiunto Vittorio Teresi nega che il boss superlatitante Matteo Messina Denaro sia potuto fuggire “per colpa” del procuratore di Palermo.
Il procuratore capo di Palermo, secondo l’accusa, avrebbe favorito la circolazione delle informazioni all’interno dell’ufficio e facendo così sfumare la cattura del latitante
La relazione annuale dei servizi segreti: “Il boss è sotto la pressione degli investigatori”. Non cessa la morsa di Cosa Nostra sul territorio: “In corso un processo di riorganizzazione verticistica dopo le recenti scarcerazioni di capomafia di spicco”
“Tra gli obiettivi prioritari del mio mandato c’è la cattura di Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il dirigente della Dia Arturo De Felice.
Sequestrati ditte, immobili e società del valore di alcune centinaia di migliaia di euro nel territorio di Castelvetrano e riconducibili ai familiari del boss
Il provvedimento, nei confronti di Gaspare Como, riguarda un’azienda commerciale, auto e immobili per circa mezzo milione di euro
Il boss latitante Matteo Messina Denaro “sarà indagato” dalla Dda di Caltanissetta per la strage di Capaci, in relazione alla sua presenza nel commando mafioso che nel febbraio del 1992 doveva uccidere Giovanni Falcone.
Testo e disegni sono uguali a quelli scoperti due giorni fa a Castelvetrano, cittadina del boss latitante.
Insulti nei confronti del boss latitante sono comparsi oggi nelle strade di Selinunte, frazione balneare del paese d’origine di quello che è considerato uno dei capi storici di Cosa Nostra